Cari Amici del Matteotti, abbiamo il piacere di augurare un buon compleanno Lorenzo Palmiro Masciarelli. Ciclista professionista dal 1976 al 1988, pescarese doc che annovera 2 secondi posti nella CLASSICA abruzzese TM. Il suo palmares annovera nel 1978 una tappa alla Tirreno Adriatico; nel 1980 una tappa al giro del Trentino; una tappa al Tour de L’Aude (secondo nella classifica finale); 2 vittore di tappa al giro d’Italia (1981 e 1983); una coppa Bernocchi nel 1983; una tappa alla vuelta nel 1984;  per circa dieci anni è stato gregario di Francesco Moser. L’abbiamo incontrato nel suo negozio di bici di Sambuceto (CH), e dopo avermi mostrato le caratteristiche di alcuni modelli di bici che potrebbero interessarmi, nonostante ci fossero molti clienti pronti a chiedere una sua consulenza, mi ha dedicato 20 preziosi minuti. Ne è venuta fuori una bella chiacchierata che mette in evidenza il carattere abruzzese, magari introverso ma sicuramente generoso ed altruista, umile ma orgoglioso che si emoziona ancora nel rievocare le storiche corse al fianco dello “Sceriffo”.

Cosa rappresenta per te la classica abruzzese il TM?

Già quando ero piccolo andavo a vedere il TM, un anno vinse Baffi se non ricordo male (n.d.r. vinse nel 1962 e nel 1963) a quei tempi passavano sotto l’istituto Acerbo. Ricordo che ero li per prendere qualche borraccia. Un altro ricordo risale a quando mio fratello Erminio voleva farsi una bici Masi, e c’era lo stesso Masi che gli fece provare la bici di Pambianco il quale aveva vinto il giro d’Italia l’anno prima. Con quella bici ci corsi io da esordiente. Poi quando nel 1966 vinse Taccone fu un’altra grande emozione. Insomma il Matteotti è il Matteotti. Se nel 2012 mi presi l’onere di organizzarlo fu proprio perché non volevo che si perdesse parte della nostra storia. Ma era davvero difficile per via della data assegnata in un periodo in cui non ci possono essere le pro TOUR. Quest’anno con la data di settembre dovrebbe essere tutta un’altra storia.

Ci racconti del tuo rapporto con Francesco Moser?

Sono un carattere abruzzese e quando correvo davo l’anima, e davo di più per Moser che quando correvo per me nelle poche volte in cui lui non c’era. Ad esempio al mondiale di Barcellona lui mi disse di fare la mia corsa perché avrei potuto vincere, ma io non ebbi la forza di credere che l’avrei potuto vincere. Oggi ripensandoci, so di aver sbagliato a non crederci. Ci sono tanti aneddoti, ad esempio quando gli tirai la volata e lui vinse il giro del Lazio (1977). Dormivamo sempre in camera insieme quindi potrei raccontarne tantissimi di aneddoti. Anche se, a pensarci bene, la stima nei miei confronti si è manifestata successivamente. Ad esempio in una trasmissione fairplay, e alla domanda che gli fecero su cosa fosse per lui il Fair play, Moser rispose che per lui il Fair Play era rappresentato da Masciarelli che gli aveva dato la ruota alla Rubaix. Oppure una volta raccontò di un aneddoto di quando vinse il giro d’Italia (1984). Dopo 17 giorni di maglia rosa, Moser perse la maglia rosa a due giorni dall’ultima tappa. La sera eravamo tutti demoralizzati ed io che non mi capacitavo di come fosse potuto succedere, presi carta e penna e calcolai i secondi al km che lui aveva rifilato a Fignon nelle precedenti cronometro, risultò che gli rifilava 3 secondi a km. Questo calcolo diede morale a Moser. Il giorno dopo siamo andati insieme a provare il percorso della cronometro. Io avevo una bici con ruote lenticolari mentre Moser una con ruote normali. Dopo 5/6 Km gli proposi di usare la mia con ruote lenticolari. Dopo alcune titubanze (tirò giù qualche brutta parola che è meglio non ripetere) si convinse. Il risultato fu che vinse la cronometro e riconquistò la maglia. Una volta mi regalò addirittura il San Silvestro d’Oro di cui era stato insignito.

Sia nel 1982 che nel 1985 ottenesti 2 secondi posti al TM cosa ricordi e se ci puoi raccontare alcuni particolari di quelle gare.

Quando mi batté Argentin eravamo rimasti un gruppo di pochi corridori, ricordo che l’ammiraglia della Sammontana (squadra di Argentin) si avvicinò ad Argentin e Bartolozzi, che era stato il mio direttore sportivo, suggerì qualcosa ad Argentin. E fu così che Argentin da velocista si mise alla mia ruota e mi staccò in volata.

Quando invece vinse Gavazzi, ricordo che l’avevo staccato in discesa, ma al penultimo giro caddi. Alcuni corridori che mi inseguivano, tra cui Gavazzi, mi superarono. Non mi persi d’animo, raddrizzai ruota e manubrio, rimisi la catena e ripartii, riprendendoli a Santa Filomena. Gavazzi si mise a ruota, io avevo speso energie per inseguirli, provai a staccarli, ma non ci riuscii. Alla volata Gavazzi aveva quel tantino in più rispetto a me e feci secondo.

I suoi figli sono tutti ciclisti, i suoi nipoti sono ciclisti, è proprio il caso di dire 3 generazioni devote alle 2 ruote?

I miei figli sono ex ciclisti, prima di me e mio fratello c’era mio zio Giulio Masciarelli e quindi sono 4 le nostre generazioni sulla bici.

Come vedi il ciclismo moderno e ritieni che ci sia la stessa passione dei tuoi tempi?

Il ciclismo è sempre uno sport bellissimo, solo che a detta di molti il mio ciclismo, quello in cui correvo, era più bello. Magari i vecchi dualismi, Coppi e Bartali, Motta e Gimondi, Moser e Saronni, davano maggiore passione e partecipazione. Inoltre tutta la tecnologia di oggi ha tolto molto della poesia dei tempi passati.

Il presidente Sebastiani sta cercando di dare nuova linfa alla classica abruzzese, pensi che possa essere un buon test pre mondiale per i ciclisti?

Secondo me la data è molto meglio rispetto alla precedente. Sebastiani è l’unico che possa risollevare questa corsa. È sempre stato appassionato di ciclismo. Quando l’organizzai io lo volli come vice presidente, ma era molto impegnato. Io non sono riuscito a dare il rinnovamento che avrei voluto trasmettere al TM.

Che consiglio vuoi dare ai giovani ciclisti che iniziano ora a correre in bici?

Il ciclismo è soprattutto passione e sacrificio. Puoi essere forte quanto vuoi, ma se non ti sacrifichi non riesci ad ottenere nulla. È uno sport bello perché può diventare una professione in cui puoi anche divertirti.

ti tieni sempre in forma con la bici? esci tutti i giorni?

Io vado sempre in bici e per esempio non vedo l’ora che arrivi domani mattina per uscire.

Darai una mano alla prossima edizione del TM?

Nei limiti del possibile molto volentieri.

Grazie a Masciarelli ed alla sua disponibilità.