Cari Amici del Matteotti, abbiamo il piacere di augurare buon compleanno ad un personaggio abruzzese che è stato protagonista della classica abruzzese e del ciclismo in generale. Lo facciamo con questa intervista che ci ha concesso in esclusiva e che sarà di buon auspicio per la prossima stagione sia per i suoi progetti che per quelli del TM.
Con questo post siamo al secondo appuntamento della rubrica del campione. E chi poteva essere il nostro campione se non il carismatico, entusiasta, competente, vulcanico Stefano Giuliani? Proprio lui. La sua presenza nel direttivo tecnico era condizione imprescindibile affinché il presidente Daniele, prendesse in mano le redini dell’evento. E possiamo dire che sin da subito gli avete tributato molti like nei precedenti post, segno che avete un grande affetto per lui. Segno che se ha contribuito per più di 40 anni alla storia del ciclismo professionistico, è giusto che una corsa storica come il TM, non faccia a meno di lui. Ci siamo presi la briga di fargli alcune domande su come era il Matteotti, su come lo visse agli albori della sua carriera, cosa successe da direttore sportivo e su come vorrebbe che fosse il prossimo 71° TM e su qualche altra chicca.
Caro Stefano ricordi come fu il tuo primo contatto con la classica abruzzese?
Certo come si fa a dimenticare il primo amore? Ero un ragazzino e la corsa passava proprio a pochi metri di casa mia. La notte prima non dormivo per l’emozione.
Questo non dormire per l’emozione ricorse in qualche altra occasione che ti rimase impressa?
Certo. Era la notte prima del Matteotti ed ero in Stanza con Moser per il quale nutrivo un rispetto che è difficile da descrivere a parole. Tant’è che era un rispetto fatto di silenzi e saper ascoltare quello che diceva il capitano. Cosa che, mi dispiace rimarcarlo, non esiste più. Ma non voglio fare polemica. Dicevo che era la sera prima del Matteotti e mi addormentai affianco al mio capitano. Mi accorsi (non so come) che gli avevo messo una mano sulla bocca ed ebbe il timore di svegliarlo. Mi impaurii e per l’adrenalina non dormii per il resto della notte. Quando il giorno dopo dovetti sprintare per ottenere il primo posto, arrivai terzo nonostante avessi corso una bella gara per il mio pubblico abruzzese.
Sia nell’84 che nel 1990 fece terzo, ma riuscì a prendersi una rivincita successivamente?
Si perché vinsi il Matteotti due volte di seguito da direttore sportivo nel 2011 con Oscar Gatto e nel 2012 con Pierpaolo De Negri. Fu una grande emozione perché la dove non ero riuscito da corridore riuscii da direttore. Per certi versi è ancora più esaltante, visto che la mia grande passione è quella di fare il mental coach. Riesco ad entrare subito in empatia con i corridori e toccare le corde giuste per tirar fuori il loro meglio.
Come vede il futuro del ciclismo?
Abbastanza difficile se non si riesce a fare squadra tra i vari attori di questo sport. Intendo i ciclisti, i direttori sportivi e se non si fa capire agli sponsor che i loro investimenti nel ciclismo hanno come rientro la visibilità che non può dipendere solo dalla vittoria di una squadra, ma anche dall’assenza di casi di doping che fanno tornare indietro il movimento di anni. quindi è necessario che tutte le squadre adottino il passaporto biologico e che si accetti anche di andar “piano”, con la consapevolezza che se tutti rispettano le regole lo spettacolo non ne risentirà.
Come immagina la prossima edizione del TM?
La immagino con centinaia di migliaia di persone ai bordi delle strade pescaresi ad incitare tutti i corridori, che rappresenteranno le migliori squadre che possiamo avere. Per avere le migliori squadre dobbiamo incrementare il budget rispetto alla precedente edizione. È inutile dire che chiediamo un intervento particolare agli sponsor, i quali non faranno una donazione, ma avranno maggiore visibilità non solo lungo il percorso, ma anche in TV, sui social e sulle magliette che faremo. Prenderemo tutto quello di buono che è stato fatto finora da Renato Ricci, che va ringraziato, e cercheremo di dare un nuovo impulso al tutto.
Ultima domanda: cosa bolle in pentola a livello professionale e personale?
Al di la del Matteotti, sono stato coinvolto in un progetto in Romania in vista di TOKYO 2020 e nello stesso contesto, sto partendo con una squadra continental che ha un duplice obiettivo, quello di dare una mano alla squadra romena in vista di Tokyo 2020 e quello di salvare tanti ciclisti talentuosi italiani dalla mancanza di ingaggio.
Grazie Stefano tanti cari auguri per il tuo compleanno ed in bocca al lupo per la riuscita della tua squadra e della prossima edizione!